mercoledì 30 giugno 2010

Capi di bestiame (le scimmie non si mangiano!)

A pagina 12 del Bonifato di questo mese c'è un articolo su "Avvisi grammaticali". Il cartello errato esiste davvero, è da due anni in giro (ancora?) e contiene errori non indifferenti.
Ma, e c'è il ma, l'articolo non è credibile: non è altro che un wannabe forbito bue a dare del cornuto all'asino cartellista. Infatti, intorno alla metà della seconda colonna, leggiamo:
Nell'anonimato in cui si oblia la figura di questo o di questi nobili linguisti indigeni (da brava equipe di redattori mancati) e che ne salva quantomeno il decoro, riponiamo principalmente l'attenzione sui capi espiatori, i quali risultano essere i termini "accenzione" e "sanzione" [...][continua, spiegando perché sono errori e come correggerli]
Ora, dico io, come potrebbe mai l'estensore di tale articolo essere preso sul serio da qualcuno che lo legge? Lasciando anche stare l'errore di ortografia (che il suo caro "Microsoft Word" [cit, prima colonna, verso la fine] non gli ha in questo caso segnalato, avendo egli usato una parola formalmente valida, ma errata nel contesto specifico: errore dettato dall'autocitata superbia nei confronti delle enciclopedie e della cultura generale, nonché dei più elementari dizionari?), non possiamo minimamente passare oltre nel vedere usata la biblica espressione capro espiatorio, in un contesto (e siamo all'errore contestuale quadratico) in cui il suo significato dovrebbe essere inteso (come, non si sa) identico a quello di corpo del reato; concetto, questo, notevolmente differente dal precedente.

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