giovedì 11 giugno 2009

CHE ACCADE QUANDO NON C’E’ UN “CHE”…

Un problema fondamentale della odierna società italiana è la mancanza, oramai consolidata e persistente, di saldi valori e punti di riferimento conoscitivi. Alcamo non fa eccezione. L’argomento potrebbe sembrare a prima vista banale e sviscerato in tutte le sue componenti e sfaccettature, ma così non è. La Storia, sia antica che moderna o contemporanea, della società mondiale è sempre stata contraddistinta dalla presenza di ideologie o “filosofie” che le hanno permesso di analizzare univocamente la realtà. E regolarmente l’ispirazione di queste teorie arrivava sempre da uomini cosiddetti “forti”, da “uomini della Provvidenza”. In ogni caso da gente capace di catalizzare intorno a sé una cospicua presenza di intellettuali teorizzanti, i quali sciorinavano linee guida e di riferimento, coerenti col pensiero del leader. Insomma, essi rappresentavano un elemento collante tra il pensiero (uomo forte) e l’azione (volgo). Quindi nella nostra analisi antropologico-sociale dobbiamo tenere conto di questa catena a tre anelli: colui che partorisce il pensiero, coloro che lo divulgano, coloro che lo mettono in pratica. Sempre nel pieno rispetto di una piramide gerarchica ben definita. Si possono citare innumerevoli esempi: Illuminismo, Futurismo, Nazismo…Ernesto “Che” Guevara. E oggi? Rimane valido lo schema proposto? Spesso no! Manca la persona o il piccolo gruppo che si fanno carico di portare avanti proposte nuove, alternative, risolutive. E cosa resta? Confusione. Incertezza. Lassismo. Alcamo riflette a livello cittadino ciò che avviene nel Paese su scala più grande. Fino a qualche anno fa vi era la guerra di mafia. La cosa più schifosa che possa esistere. Ma ciò innegabilmente portava stabilità, in quanto delineava i confini ben precisi di territorio e zone d’influenza. Adesso ci ritroviamo liberati dalla mafia, almeno in parte. Ma siamo colpiti da quello che viene definito “relativismo”, nelle sue forme più disparate. Non si sa più chi comanda, cosa comanda, chi rappresenta realmente. Negli anni del dominio mafioso si osserva sempre una decisa preponderanza verso questo o quel partito. Adesso le battaglie elettorali si risolvono per un soffio di voti in combattuti ballottaggi. Questo testimonia un dato inquietante per Alcamo e per la Sicilia tutta: i cittadini del Mezzogiorno mostrano una necessità, quasi una “voglia” ancestrale di essere comandati e guidati da forze esterne e oscure. Il problema quindi è fondamentalmente uno: la scelta del punto di riferimento. Quindi il Meridionale si mostra in questo senso intelligente, nel momento in cui sa che deve essere rappresentato da terzi e a terzi si deve ispirare per portare avanti un progetto e un sentire comune. Ma sbaglia nello scegliere chi deve guidarlo, andando ad affidare il proprio presente a potenze malavitose. La differenza col passato sta proprio in questo:ieri in Europa si sceglievano personalità e correnti di pensiero POSITIVE. Oggi si ripiega su personalità forti, ma spesso estremiste o xenofobe. La Sicilia intraprende apparentemente un cammino opposto: dopo secoli di schiavitù socio-morale sembra esserci la volontà di cambiare verso un futuro più democratico e libero. Ma adesso comincia la vera sfida: riuscirà ad affidarsi alle persone giuste, oppure la molteplicità delle offerte partitiche e l’assenza di saldi punti di riferimento (quale la Mafia è stata sino a ora) ci faranno piombare in anni di incertezza ? Riuscirà Alcamo a ripartire nel segno dell’Innovazione tecnologica, agricola, turistica e nel segno di un ecologismo sano e misurato? Oppure l’allentarsi delle catene malavitose ci farà sentire spaesati e incerti lungo la navigazione verso il nostro Futuro? La scommessa su noi stessi e per noi stessi è aperta. E il Futuro non aspetta.

1 commento:

  1. si, la solita battaglia elettorale dc contro dc, che una fazione vince per un soffio di voti è ormai insopportabile, ma imho ormai queste generazioni, come un po' tutti gli over 50 sono irrecuperabili. ci vogliono nuove iniziative atte a portare gente in grado di raccogliere attorno a se un grande consenso pur mantenendo il suo comportamento entro i limiti della sua coscienza. e a questo punto l'unica cosa sulla quale possiamo fare affidamento è l'onestà di chi ci governa, cosa che spesso manca. mi vado rendendo conto che l'unica possibilità di salvezza, ormai è la partecipazione in prima persona, ma la cosa è piuttosto difficile perché dovremmo anzitutto avere (crearci) una solida base elettorale; cosa che sarà molto difficile da fare in mezzo a siciliani abituati ormai da secoli all'infida pratica clientelare.
    vi dispiace doverlo affermare, ma se le "scuole" di formazione politica attuali non smetteranno di comportarsi così (e ne pd ne pdl hanno dimostrato di volerlo fare) saremo condannati a ulteriori secoli di arretratezza e distacco culturale da quella che ormai dobbiamo considerare la nostra patria, il mondo globale ormai senza barriere ne confini.

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